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Il Bruxismo…. che stress!!!

Quando “stringere i denti” non è una metafora

I miei denti sono piatti, consumati e brutti, perché?

Molte persone tendono a stringere o digrignare i denti causando abrasioni e usure anche molto importanti. Il termine “bruxismo” comprende entrambe le situazioni: il serramento e il digrignamento. Il primo è la tendenza a stringere i denti senza eseguire nessun movimento mentre nel secondo la mandibola si muove di lato e in avanti scivolando sui denti superiori.

I segni del bruxismo secondo alcune statistiche si possono ritrovare fin nel 78% della popolazione ma molto spesso i pazienti non ne sono consapevoli poiché o avviene durante il sonno o durante il giorno, ed è inconscio.

Il bruxismo è una malattia?

Non si tratta di una malattia ma di una parafunzione: tutti noi portiamo i denti a contatto centinaia di volte al giorno durante la masticazione o la deglutizione ma si parla di parafunzione quando il movimento è eseguito senza che abbia un’ utilità o con forze eccessive. Gli effetti nel tempo possono essere anche estremamente gravi portando  addirittura alla totale abrasione del dente fino alla gengiva. Le cause sono molteplici ma un ruolo estremamente importante lo gioca lo stress. Il bruxismo può essere visto come una “valvola di sfogo” attraverso la quale l’organismo scarica tensioni e  frustrazioni. Recenti studi indicano anche una componente neurologica alla base dei movimenti parafunzionali,un’ “attitudine” al bruxismo.

Il dolore alle articolazioni può essere un sintomo?

Il dolore all’articolazione fra cranio e mandibola può essere causato da molti fattori e va sempre fatto valutare dall’odontoiatra specialista. Il fatto di eseguire movimenti anomali o di caricare l’articolazione con forze eccessive può naturalmente provocare il sovraccarico della struttura articolare. Ciò si può tradurre in una grande varietà di sintomi come emicranie o cefalee, rumori articolari, limitazioni del movimento mandibolare, dolore a viso, collo, spalle e torace, muscoli del viso affaticati o ingrossati, sonno non ristoratore con senso di fatica o dolore al risveglio.

Le conseguenze sulla dentatura oltre all’abrasione e all’appiattimento (come i ruminanti) può anche comprendere mobilità dentale fino allo spostamento dei denti.

Cosa si può fare per evitare queste conseguenze?

La prima cosa è che il paziente si renda conto di essere bruxista. Deve stare attento ai momenti durante il giorno in cui stringe e digrigna i denti (magari quando è molto concentrato) e deve subito smettere di stringere eseguendo semplici manovre.

Ovviamente il problema maggiore è durante al notte, per evitare l’usura dentale si possono usare delle sottili placchette occlusali in resina (bite o placche di Michigan) che inserite fra i denti evitano che vengano a contatto. La funzione delle placchette è anche quella di “deprogrammare”  i movimenti anomali e ridurre la tensione muscolare. I risultati di una placchetta ben realizzata e ben adattata possono essere estremamente positivi, sicuramente previene un’ulteriore usura e appiattimento, quasi sempre fa sparire i dolori articolari e spesso porta il paziente a ridurre la sua tendenza a bruxare.

Tutte le placchette sono uguali?

La placca di Michigan deve essere realizzata da chi ha una corretta formazione scientifica e tecnica, un bite costruito male può avere conseguenze negative anche molto importanti. Riguardo le placche fai-da-te acquistabili in farmacia non sono adatte a curare i disturbi e possono essere usate solo in emergenza per tempi brevissimi fino alla realizzazione di bite correttamente adattato in bocca.

E per avere di nuovo un bel sorriso?

Gli interventi necessari per ricreare un sorriso armonico dipendono dalla gravità delle abrasioni, possono andare da semplici ricostruzioni fino alla necessità di togliere le radici non più recuperabili per sostituirle con impianti. Oggi una soluzione spesso attuabile è l’ utilizzo di corone mininvasive limando appena i denti poiché ciò è già stato fatto dall’ usura.